Dare un permesso di soggiorno agli invisibili che hanno un lavoro

E’ tanto lo sconcerto e l’indignazione per l’atto – di crudele irresponsabilità e di cinica indifferenza di quell’imprenditore dell’Agro Pontino che ha concorso alla morte del bracciante sik, Satnam Singh. Contro chi dimentica i valori di solidarietà e di civiltà, ha pronunciato severe parole il Presidente della Repubblica – rimane un faro dei valori costituzionali – sollecitando a combattere lo sfruttamento e il lavoro nero, per costruire sempre più rapporti di vera solidarietà.

Come Associazione Prendere Parola ci siamo sentiti unitari con i sentimenti, le denunce, le proposte espresse nella manifestazione di Latina e con lo sciopero di due ore promosso dalla Flai-Cgil territoriale, sabato 22 giugno. E lo siamo anche per la manifestazione di Martedì 25 giugno, a Latina, indetta dalla comunità indiana e sostenuta dalla Fai-Cisl e Uila-Uil territoriali con una giornata di sciopero. Ci interroghiamo sul perché sia ancora una volta mancata quell’unità d’azione, sempre più necessaria dal sentire dei lavoratori, anziché indire due appuntamenti.

L’associazione “PRENDERE PAROLA” pensa che i tanti “Mai più…” e i “Via i ghetti” debbano essere accompagnati da specifiche proposte legislative che rendano possibile ai braccianti di denunciare gli sfruttatori e che agli immigrati al lavoro venga automaticamente riconosciuto il diritto di essere accolti e tutelati. La segretaria del Pd, Schlein – e altri! – ha ricordato che tante tragedie per gli immigrati traggono origine dalla legge Bossi-Fini, annunciando una battaglia per la sua abolizione. Anche la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, oltre a ripromettere maggiori controlli e ispezioni sul lavoro, ha dichiarato che “è necessario riscrivere la Bossi-Fini”.

“Prendere Parola” concorda pienamente e ricorda che quella legge è stata dichiarata superata dagli stessi promotori di vent’anni fa. Pensiamo che Cgil, Cisl e Uil hanno il dovere di ricostruire un’ unità d’azione per contrastare il lavoro nero e il caporalato. Un tempo non lontano nelle sedi sindacali si affermava che il lavoro è il caposaldo della nostra Costituzione, tant’è che la giurisprudenza privilegia la salvaguardia del diritto del lavoro anche quando un lavoratore è irregolare, ovvero è arrivato nel nostro paese non osservando le leggi italiane in materia.

Con insistenza proponiamo che la Cgil, Cisl e Uil recuperino unitariamente quella proposta formulata in molte sedi sindacali per portare all’azione sindacale tanti “invisibili” oggi costretti al ricatto del silenzio, chinando la testa allo sfruttamento fino a forme di schiavismo. In tali condizioni è ben difficile contrastare dal basso il famigerato caporalato. Ben ricordiamo quel concetto: “..all’immigrato irregolare che nel nostro paese ha trovato da vivere, spesso in povertà, con un lavoro in nero, deve essere rilasciato contestualmente al suo emergere un permesso di soggiorno.”. Diversamente anche le tante sollecitate campagne di ispezioni e controlli potrebbero essere finalizzate (dal governo) all’espulsione degli irregolari, anziché al loro inserimento nella società (spendendo i 220 ml del Pnrr per abitazioni e trasporti) come lavoratori visibili con possibilità di esercitare i loro diritti e di assolvere ai loro doveri.

Solamente con questo caposaldo si può riscrivere la Bossi-Fini affrontando il grande problema dell’immigrazione non come emergenza. Solo con tale preambolo gli “invisibili” non saranno costretti a subire le angherie più pesanti, fino ad arrivare alla violenza che ha vissuto Satnam Singh. E’ una strada ben diversa da quella che porta alla costruzione di carceri per immigrati in Albania, alternativa a chi insiste nel considerare il lavoro al pari di una merce, a chi pensa ad un modello economico dove il profitto è un fine a se stesso (il cosiddetto mercato pervaso da avidità), e non già indirizzato al bene comune e alla emancipazione della persona e dei lavoratori.

Associazione Prendere Parola – www.prendereparola.it

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5 Commenti - Scrivi un commento

  1. Bravi condivido ma penso questa cisl abbia deciso di essere solo la stampella sindacale della Meloni e c.
    Solo potere prebende incarichi e non rispetto del codice etico.
    Idee zero

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  2. Augusto Cianfoni · Edit

    È stato brutto, nei giorni scorsi vedere a Latina due manifestazioni diverse per far sentire la voce (sempre più afona) del Sindacato nel denunciare fatti e crimini che si consumano da anni sulla pelle di immigrati: nella Piana si fece per secoli la bonifica, ma oggi non le zanzare ma uomini e donne senza scrupoli infestano ogni angolo della Provincia da Aprilia a Minturno. Le vittime soprattutto indiani e bengalesi.
    Da una parte la Flai Cgil sola ed eccentrica, dall’altra un coro alquanto disarmonico nelle motivazioni e nella credibilità. Fai Cisl Uila Uil e…Usb + la onnipresente Coldiretti che ormai mette il cappello ovunque con regia da macchina da guerra.
    Cosa abbiano potuto condividere con la Fai la Uila, gli Usb e Coldiretti risulta difficile da capire. di fronte alla morte non si può mistificare né il proprio credo né le proprie opere, tanto meno le omissioni. Nonostante i trionfi per la legge 199 del 2016 gli agricoltori disonesti continueranno ad arricchirsi e non solo loro e il silenzio di chi dovrebbe parlare se non complice risulta eunuco. Pure in quelle Comunità di diseredati non sono poi tutti sfortunati. Ci sono quelli che si arricchiscono alle spalle della miseria. Sumahoro e le sue sacerdotesse non sono poi un fenomeno così isolato.

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  3. Ad ogni tragedia mille pianti, cortei e qualche sciopero: tutto inutile.
    Nei territori tutti sono a conoscenza dello sfruttamento, riduzione in schiavitú, lavoro nero… tutti e quindi i sindacati CISL compresa, le amministrazioni territoriali, le forze dell’ ordine, la magistratura.
    Si chiudono sempre gli occhi perché qualcuno nei campi o nei cantieri ci deve andare. Ma se nei cantieri in assenza di ispettori é più difficile andare, nei piccoli comuni come non notare il via vai di schiavi.. le baraccopoli…
    Perché non ci sono sindacalisti cisl che girano i campi tutti i giorni? Più facile stare in ufficio e tutelare i dipendenti pubblici .. gli stessi magari che non vigilano, gli stessi che hanno consentito l’erogazione di finanziamenti alla Agrilovato
    Ora, sembrerà folle ma perché Cisl con le altre sigle non si fa promotrice per istituire un fondo vittime dello sfruttamento lavorativo, caporalato; perché Cisl che tanto ha a che fare con il mondo assicurativo non trova una formula, di concerto con comuni e regioni , per “offrire gratuitamente,” una polizza infortuni ai lavoratori agricoli stagionali ?.. potrebbero scattare le rivalse nei confronti delle imprese che non assicurano le prescrizioni in materia di sicurezza eccc e forse qualcosa in più farebbero.
    Scusate lo sfogo ma se smettessimo di indignarci saremmo finiti.

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  4. Augusto Cianfoni · Edit

    In agricoltura e nei settori limitrofi come panificazione e pesca ma pure nella industria alimentare e nei Consorzi di Bonifica esistono dal 1987 e negli anni successivi fino alla metà degli anni 2000 strumenti come i Fondi integrativi sanitari e, nel caso specifico dell’industria alimentare, anche il Fondo che assicura il caso morte sul lavoro e fuori dal lavoro. Nel settore agricolo il Fondo integrativo sanitario assicura pure il caso morte e la invalidità permanente oltre al rimborso delle spese mediche specialistiche. Resta un problema, che fino al 2015 noi della Fai eravamo riusciti a respingere : l’obbligo di ricorrere alle cliniche e ai medici convenzionati con Unisalute. Condizione che fa comodo alle Compagnie di Assicurazione, ad uno dei Sindacati e poco ai lavoratori.

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