Quasi come Trump

“Non ci metteranno a tacere. Twitter non è libertà di parola”

(Donald Trump, 9 gennaio 2021).

“Twitter si è finalmente degnato di sbloccare il mio profilo. Ma rifletterò se cancellarmi o meno. Questa censura senza alcuna spiegazione è assolutamente inaccettabile”

(Salvo Guglielmino, 16 agosto 2021).

Nei giorni attorno a Ferragosto, Twitter aveva bloccato gli account di alcune federazioni e strutture della Cisl, fra cui quelli della Fim, della Filca, dell’Unione dell’Emilia-Romagna, di Roma. Che poi sono stati riattivati.

L’ultimo ad essere sbloccato dopo tre giorni, quasi fosse quello più problematico, è stato l’account di Salvo Guglielmino, storico portavoce di quasi tutti i segretari generali della Cisl dall’ultimo decennio del secolo scorso; un ruolo ingrato, che gli ha fatto dire (o fatto capire senza dirlo) in questi anni un po’ tutto e il contrario di tutto. Ad esempio sul conto di Raffaele Bonanni, grande leader finché era in carica, e poi colpevole di un po’ di tutto quando c’era da raccontare la storiella “lacislèunacasadivetroenoiabbiamofattopulizia” a nome della signora Anna Maria.

Di solito, perché l’account di qualcuno venga bloccato da Twitter deve essere successo qualcosa di grave. Ad esempio, l’account di Donald Trump era stato bloccato perché l’allora presidente degli Stati Uniti lo usava per diffondere notizie false sul conto dei suoi avversari o a proprio vantaggio. Il che è un esercizio discutibile e arbitrario della libertà di parola, che finisce per violare i diritti e le libertà di altri e per questo può andare incontro a limitazioni.

Le bischerate innocue, invece, sono libere, ed usare Twitter per scriverle rientra nell’insindacabile libertà di ciascuno.

Ad esempio, a noi non è venuto neppure in mente di segnalare a Twitter (di cui peraltro non conosciamo l’indirizzo, essendo estranei per scelta al mondo vacuo e volatile dei social) la falsità scritta dal profilo ufficiale della Cisl (cioè da Salvo Guglielmino o da qualcuno che a lui risponde) dopo la puntata di Report del 14 dicembre 2020 in cui si affermava che la fonte della più importante testata di giornalismo investigativo in Italia sarebbe stata questo blog.

Come se Report avesse letto sul 9 marzo, invece di raccoglierle direttamente dall’interessato, le dichiarazioni di Bonanni (quello di cui Guglielmino portava la voce quando era in carica, ed ora forse non lo ha mai conosciuto) che ha confermato la violazione sistematica delle indicazioni del regolamento economico che Via Po 21 aveva sistematicamente negato. O come se Claudia Di Pasquale avesse letto in questo spazio che in Calabria il dottor Sbarra ha messo parenti e familiari in varie strutture invece di aver raccolto testimonianze in loco che lo dimostrano (perché perfino nella sua regione il dottor Sbarra dell’Anas è meno amato di quanto non raccontino le narrazioni gugliemine). O come se la fonte che ha testimoniato sull’uso politico delle ispezioni fossimo noi (che abbiamo parlato di quest’usanza perversa sul piano politico) e non un impiegato della Cisl che ha parlato coperto dall’anonimato, alla maniera di un pentito di qualche organizzazione che potrebbe fare delle rappresaglie.

Ad ogni modo, noi siamo sempre per la libertà. E quindi ci diciamo solidali con Guglielmino e ne difendiamo il diritto di scrivere e far scrivere sui social tutte le bischerate che vuole, anche sul nostro conto.

Anche perché, a differenza di quelli di Trump, i tweet di Guglielmino sono del tutto irrilevanti.

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45 Commenti - Scrivi un commento

  1. Hanno pensato al “complotto” quando Twitter, dopo aver visto le campagne no green pass e l avvicinarsi di tutti i no vax, per policy interna, li ha sospesi. Se ti comporti come un no vax non puoi pretendere trattamenti diversi.
    Speriamo che abbiano l’onestà di pubblicare l’esito delle denunce alla polizia postale.

    Peraltro quei profili sono seguiti solo dal gruppo dirigente a tempo pieno e nonostante i richiami e le chat degli uffici stampa, con un seguito molto scarso. Guglielmino andrà in pensione ma quelli dopo di lui sembrano pure peggio.

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  2. osservatore interessato · Edit

    Guglielmino lo ha sulla coscienza Pezzotta che non volle dare retta ai consigli di chi conosceva la realta romana e sapeva che ogni mattina faceva il suo report a Sergio D’Antoni quindi ha coltivato una serpe nel suo seno

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    1. Ovviamente se le rsu vedono i comunicati dei loro segretari nazionali e provinciali fare i no green pass, anche i delegati più grillini prendono esempio. La maggioranza si incazza e medita di andarsene.

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    2. A causa di sel livello della Cisl di oggi, siamo finiti a prendere lezioni da Cofferati? Benaglia dopo 2 anni di virus e 9 mesi di campagna vaccinale, prendete decisioni “dalla sera alla mattina” ?
      Stare meno a far strategie a casa di Petteni e occuparsi di più dei lavoratori. E la nonna sempre nelle mani della sua cartomante ?

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    3. Ma perche nelle mense il green pass e’ discriminatorio e negli organismi come il direttivo nazionale della fimcisl e’ obbligatorio?

      ci trattate come dei cretini?

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  3. la fiom e la uilm di leonardo si sono accorti che i comunicati della Fim di Leonardo li scrivono nell ufficio del personale di Capgemini.

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    1. Mentre i tuoi li scrivono a Rignano nell’ufficio stampa della “Leopolda”…
      Il Riformista sta per chiudere, il Foglio, senza contributo pubblico, altrettanto… Oltre stampubblica, chi altro pubblicherà le tue insulse banalità?

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      1. Questo commento riportava la dicitura “A un poveraccio…” nello spazio destinato al nome del commentatore. Ricordiamo che inserire il nome è facoltativo, ma che non si deve usare questo spazio per indicare l’oggetto dell’intervento o per altri scopi perché la cosa può ingenerare confusione.
        Quato a giornali a rischio chiusura, ci permettiamo di osservare che non è mai una bella notizia, per chi ci lavora e per il pluralismo dell’informazione.

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        1. Vero. Ma è triste constatare sempre di più quanto ormai abbiamo una stampa prevalentemente servile ed al servizio di certi poteri (se non proprio individui). Visto che sono gli stessi che – quando gli fa comodo – inneggiano all’iper libero mercato, adesso ne accettassero le conseguenze se le baggianate (prezzolate) che pubblicano non le legge più nessuno!
          Di leggibili saranno rimasti 3-4 quotidiani. E sono generoso.

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            1. Certo. Ma se un giornale vende poche copie, o insufficienti per coprirne i costi, prima o poi chiude. È la legge del mercato (anche in Italia).

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              1. Sì, è la stessa legge per cui in Italia e in tutto il mondo si chiudono le fabbriche e si licenziano i lavoratori. Ma noi piacerebbe che non succedesse a nessuno, giornalista opure operaio.

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                1. Cari amministratori, tema troppo complesso per risolverlo in uno scambio di battute qui. È chiaro che la mia risposta precedente era alquanto ironica. Ciò che voglio dire è che la libertà (e la serietà) di informazione è un aspetto molto importante – forse il più importante – nelle vita democratica di un Paese. E in Italia la ritengo squallida. Ovviamente è un parere molto personale; ma, a giudicare dai numeri di copie vendute, condiviso da milioni di italiani. E non credo ciò sia dovuto solo all’arrivo di internet o al fatto che in Italia “si è letto sempre poco”. Francamente se, per le famose “leggi del mercato”, un giorno dovessero chiudere certe testate o mediaset o questo calcio non ne sentirei alcuna mancanza. E forse farebbe bene anche agli italiani e al lento e inesorabile degrado etico, culturale e morale di questa società. Tutto qua.

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                  1. Tu ribadisci il tuo punto di vista, noi ribadiamo il nostro: in una società liberale ciascuno di noi è libero di apprezzare o non apprezzare questo o quel giornale. Ma è importante che ne esistano tanti e diversi fra di loro. Tu sei partito facendo una paio di esempi di giornali piccoli e dall’esistenza precaria, ma diversi dagli altri, e noi riteniamo che se dovessero chiudere la cosa potrebbe essere giustificata sul piano dell’economia azienale ma sarebbe comunque una perdita dal punto di vista del pluralismo.
                    Che poi esistano giornali che vendono di più dimostra poco, visto che tutti i giornali subiscono da anni una perdita di lettori. E che i più grandi sopravvivono non necessariamente con la qualità.
                    Poi se allarghi alla tv il discorso sulla legge del mercato, dovresti essere per l’abolizione del canone. Mentre noi temiano che, senza canone, non ci sarebbero trasmissioni come Report…

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                    1. È abbastanza palese che:
                      1. In questo Paese ormai manchino editori puri: tranne pochissime testate, i quotidiani sono espressione di ben noti gruppi di potere, se non proprio politici;
                      2. Queste testate non fanno informazione, bensì mera disinformazione;
                      3. Se non ci fossero i contributi politici alcune di queste testate (espressioni di gruppi di potere) avrebbero chiuso da tempo.

                      Di questo, peraltro, se ne è occupato pure Report.

                    2. Quasi nulla da obiettare (tranne il giudizio grossolano sulla “mera disinformazione”, troppo generico e senza nomi precisi per poter essere preso sul serio), ma ricordiamo come è cominciata questa polemica: un commento anonimo esprimeva quasi soddisfazione perché alcune testate, dove scrivono autori non graditi a Via Po 21, potrebbero chiudere. Noi avevamo fatto notare allora che un giornale che chiude è una brutta notizia: sia per il pluralismo dell’informazione, sia da un punto di vista strettamente sindacale per i posti di lavoro che vanno persi.
                      Quanto ai contributi, non esistono solo quelli che tu chiami “politici” intendendo “pubblici”, ci sono anche quelli “politici” nel senso che si basano su uno scambio politico. E siccome noi diciamo di chi parliamo fino a che ce lo consente la privacy, facciamo un esempio: secondo noi certe pagine sui servizi della Cisl pubblicate a pagamento su un quotidiano eccellente come l’Avvenire hanno stabilito un rapporto che influenza benevolmente l’informazione resa dall’ottimo quotidiano dei vescovi italiani sul conto della Cisl. E non ci stupiremmo se fosse stato questo rapporto a spingere l’ottimo giornale a tenere una linea di protezione verso la Furlan nel momento delle polemiche sul caso Scandola; una linea che un importante giornalista di quel quotidiano sottolineò parlando ad un allora dirigente di un ente legato alla Cisl (qui non mettiamo nomi perché la notizia è certa ma confidenziale). E teniamo a precisare che non consideriamo questa scelta un esempio di “disinformazione”, come fai tu con chi non la pensa come te, ma una scelta editoriale legittima per quanto sbagliata, perché rientra nel pluralismo dell’informazione. Pluralismo che implica anche la possibilità che l’Avvenire, cioè uno dei migliori giornali italiani, abbia fatto da cassa di risonanza alla filastrocca insincera della “casa di vetro” e del “stiamo facendo pulizia”.
                      Ma non per questo ci permettiamo di auspicare il fallimento di un giornale come l’Avvenire, senza del quale molti italiani resterebbero senza un quotidiano capace di rappresentarne i valori e tutto il paese non avrebbe una delle migliori testate su temi come l’immigrazione, la terra dei fuochi o in generale le pagine di cronaca e politica estera.

                  2. Ma che discorsi qualunquistici
                    anche Conquiste del Lavoro ha preso finanziamenti pubblici. Meglio coi soldi pubblici finanziare le aziende o i programmi militari?

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                    1. Per amore di verità, facciamo presente che stai paragonando quotidiani che si vendono in edicola – di qualità diversa – ad un quotidiano distribuito dalla Cisl alle sue strutture garantendogli così una base di circolazione politica che gli altri non hanno. I simili vanno paragonati con i simili, i paragoni fra cose diverse non hanno significato.
                      Detto questo, auguriamo a Conquiste del lavoro ed a chi ci lavora di non dover chiudere mai e di cotinuare a dare l’informazione che ritengono giusto dare. E lo stesso facciamo con gli altri giornali che citi, diversi fra loro per qualità e attendibilità ma tutti espressione di punti di vista che in un sistema pluralista è bene che si possano esprimere.

    2. Questo non depone a loro favore. È almeno dal 2019 che i comunicati della Fim nazionale vengono scritti e/o corretti dall’ufficio HR di capgemini, ex astro nascente poi dimostratasi meteora del sindacalismo italiano….. meglio tardi che mai ( per loro)

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      1. Questo commento fa riferimento a circostanze che non siamo in grado di verificare. Nel pubblicarlo comunque, perché non abbiamo riscontrato elementi ostativi, ricordiamo che diamo ampia facoltà di replica, precisazione, smentita a chiunque-

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  4. Inseguendo i no vax la Fim ha messo in difficoltà tutte le categorie della Cisl e la Confederazione. Ha messo Sbarra invisibile dietro a Landini. Forse era meglio la Fim quando si distingueva ma su posizioni più innovative. Al rientro bisognerà discuterne senza le solite cacce alle streghe

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  5. Quando c’eri hai fatto solo confusione con il tuo ipertrofico ego e con la attività a creare dubbi e a denigrare gli altri. Se puoi stai sereno.

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  6. Leggo che Sbarra è favorevole all’obbligo per legge della vaccinazione anti covid. D’altronde, nei mesi scorsi siamo stati subissati, anche nei territori e nelle categorie, di fotografie di segretari ai vari livelli che mostravano il braccio con la siringa del vaccino e con icone “Io mi vaccino”. La linea della CISL, almeno a me semplice iscritto pensionato fnp, sembrava e sembra chiara.. Sono favorevole all’estensione del vaccino, come arma sia pure non risolutiva contro i contagi. Bisognerebbe aggiungere che, se non si vaccinano i tanti milioni di persone che vivono nelle nazioni più povere , difficilmente usciremo presto dalla pandemia, data l’interconnessione del mondo moderno. Non l’ho detto io (ma personalità ben più rilevanti, il Papa in prima fila), ma condivido il fatto che dal contagio, si può uscire solo tutti insieme (ricchi e poveri).
    Naturalmente il discorso è molto complesso e sarebbe sciocco da parte mia dilungarmi.
    Volevo invece sottolineare il fatto che molti sindacalisti di varie categorie (ed i social sono buoni testimoni) e di vari livelli (anche regionali) diffondono video o post di noti negazionisti. Ne ho visto uno dove si paragona il green pass al ghetto di Varsavia ! Quindi chi è per il green pass è un nazista ?
    Mi domando. Ma queste posizioni sono contro la linea della CISL ? Sono passibili di sanzione da parte dei solerti Probiviri e delle segreterie nazionali che dovrebbero vigilare ? Io sono naturalmente per il rispetto di tutte le opinioni all’interno della CISL (che dovrebbe essere una palestra di pluralismo), nei limiti del buon senso, ed in genere sono contrario a provvedimenti sanzionatori, ma quello che non è accettabile è che in certi casi, per aver espresso certe posizioni o scritto qualcosa non conforme alla linea ufficiale, si viene espulsi, sospesi od altro, in altri casi, come questi (che sono molto gravi per le possibili conseguenze sulla salute pubblica e contrastanti non solo con la linea della CISL ma anche con il buon senso), si fa finta di non leggere o di non sentire. Insomma la solita solfa: lo statuto si applica ai nemici e si interpreta per gli amici….

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  7. Oggi anche Cofferati spiega che il sindacato sbaglia tutto. Il fatto che parlino gli ex spiega due cose: l’inadeguatezza degli attuali dirigenti e il divieto di posizioni alternative nelle confederazioni. Quando si declina si proibisce il dibattito interno: come da Bonanni in poi sempre peggio

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    1. Se sei in cisl denuncia ai provibiri quello che hai visto e mi immagino conservato sui social .
      Codesta denuncia anonima e poi qui dentro assomiglia molto ad una già vista ….allora si parlava di morti in mare …e nulla poi ci fu un iperbole !!!!!

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      1. Caro “curve”, ci corre l’obbligo di ricordarti che questo blog non è uno spazio interno alla Cisl, quindi l’argomento “vai dai probiviri” non ha molto senso per contestare affermazioni che non condividi. Qui si dice e si contraddice liberamente, senza obblighi statutari.
        E questo a prescinedre dal livello (o non livello) di credibilità della giustizia interna alla Cisl. Che è quella, lo ricordiano, che ha espulso Scandola senza contraddittorio (per tacere di altro).

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      2. Sono iscritto da una vita alla CISL e spero di rimanerci fino a quando (tra non molto) toglierò il disturbo. Personalmente, sono contrario alle denunce ai Probiviri, anche se ho una certa esperienza in merito, da sapere che, molto spesso, se il denunciato fa parte del sistema dominante, l’esito a suo favore è scontato. Non sempre, anzi quasi mai, c’è un giudice a Berlino. In questi casi, siccome il sindacato ha occhi e orecchie lunghe che controllano tutto, pure i social, e ottimi agenti segreti o palesi, dovrebbero essere le strutture competenti, ai vari livelli, ad intervenire sia nei confronti della questione accennata da “Curve” (morti in mare, che non conosco) sia nel caso citato (green pass=ghetto di Varsavia). Lo Statuto CISL (vedi articolo 16), nel caso di conoscenza di violazioni statutarie (e tali dovrebbero essere considerati gli interventi descritti sopra) prevede l’intervento per farle cessare ad opera delle segreterie. Quindi ci vorrebbe una prima ammonizione. Nel caso di inefficacia dell’intervento (dice sempre lo Statuto) hanno l’obbligo (sempre le segreterie) di denunciare tali comportamenti al Collegio dei Probiviri. Per una associazione così severa come la CISL, non ci dovrebbe essere bisogno della denuncia di qualche poveraccio che legge, suo malgrado, queste esternazioni pubbliche, ma si dovrebbe agire d’ufficio. In più, la fattispecie rilevata, smentisce quanto la CISL ed i suoi dirigenti affermano dall’inizio della Pandemia e, pertanto, appare denigratoria nei confronti della stessa dirigenza sindacale CISL, con l’aggravante dell’utilizzo di un social molto diffuso e letto da iscritti e non iscritti. Inoltre potrebbe far perdere consensi e iscritti. Se poi a qualcuno fa piacere tenere e portare in auge certi sindacalisti, faccia pure ma non pensi di fare il bene dell’organizzazione.
        P.S. Se Curve poi vuole preparare il ricorso non ho dificotà a mettermi in contatto con lui !

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      3. È scoraggiante leggere che vi sono ancora in questa Cisl coloro che pensano alla terzietà dei ProbiViri. Ancor peggio vedere quelli (e sono tanti) che umiliano la propria intelligenza dando credito a quelli della nuova marcia su Roma. Mettere insieme verdure tanto diverse si rischia di servire finocchi e cicuta.
        Da Pezzotta sant’uomo ma debole e temporeggiatore a Bonanni forte grazie agli Ascari ma ancora con un minimo di dignitosa idea di democrazia interna fino alla mistificatoria dei vetri puliti e alla invasione dei Turchi ce n’è di differenza…
        Chi non vede le differenze ha interesse a non vedere : il morbo del tengo famiglia non troverà mai il vaccino adatto.

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        1. chi denuncia viene cacciato.

          Vedete i casi di Alessandra Damiani, Andrea Donegà e Christian Gambarelli. Tutto per assecondare le cattiverie e le invidie della nonna.

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  8. C è più renato benaglia che sbarra in tv. Un altro segno che l’epoca delle invidie della nonna intrisa di cattiveria e’ finita.

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    1. La nonna era invidiosa di Bentivogli in tv perché era la prova che nella Cisl ci sarebbe stato chi era meglio di lei. Benaglia è stato messo da lei e da Sbarra alla Fim per fare i compiti a casa senza disturbare i mediocri che guidano la Cisl, e quindi può andare in tv quanto gli pare.

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  9. vaccino unica via

    arriva il manifesto della cisl
    “la cisl e’ pronta a sostenere”
    che tempismo, siamo all’80% dei vaccinati.
    E’ dei comunicati in Leonardo e a livello nazionale ?

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  10. Scusate ma Sbarra chi? Quello che dava l’esempio a tutta Italia girando per strada con una mascherina SOTTO IL NASO (qualcuno gli spieghi che non era la mascherina di ZORRO e non serve per le feste di carnevale) inseguito da una giornalista di Report che cercava di carpirgli il segreto della sua assunzione successiva al distacco? 😳

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  11. Un segretario nazionale della categoria che ha fatto grande la cisl Ostaggio di una fanatica religiosa, no vax che fece causa alla categoria stessa e’ uno dei segni del degrado.

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