Di primario rilievo, pertanto, la restituzione della stessa serenità agli iscritti, che a causa di fuorvianti pubblicazioni (tra cui quella in commento) fondate su false “notizie”, di pesanti epiteti nei confronti della dirigenza Cisl, ma soprattutto della paventata (insussistente) crisi (financo crollo) di democrazia interna, potrebbero verosimilmente sciogliere il vincolo associativo in favore di altro sindacato (o di nessun sindacato) e, in ogni caso, perdere fiducia nei propri rappresentanti e nella stessa organizzazione.
Dall’atto di citazione contro questo blog nella persona del signor Giovanni Graziani
C’è scritto proprio così, nella ventunesima pagina dell’atto di citazione contro noi del 9 marzo: un blog che turberebbe la “serenità degli iscritti” diffondendo “false notizie” sulla Cisl, allo scopo e con l’effetto di provocare la disdetta dell’adesione.
Stiamo parlando della stessa Cisl finita sui giornali per vicende che noi abbiamo ripreso e contestualizzato. La stessa Cisl e le stesse persone di cui si sono occupati servizi televisivi delle Iene, con Nadia Toffa, e Report, con Claudia Di Pasquale (due brave e serie croniste, vincitrici di premi giornalistici). La stessa Cisl e le stesse persone di cui la stampa nazionale si occupa da tempo con titoli come
Cisl, scoppia il caso dei mega-stipendi. Dirigente li denuncia ma verrà espulso
(Repubblica, 10 agosto 2015)
Le faide scuotono la Cisl tra dossier, video «rubati» e lettere anonime
(Corriere della Sera, 9 gennaio 2017)
Con Luigi Sbarra torna il potere feudale della Cisl
(Domani, 2 marzo 2021)
… tanto per fare solo qualche esempio.
A fronte di questa immagine ampiamente danneggiata, e non da noi, la troika Sbarra-Furlan-Ragazzini tenta (come abbiamo spiegato nella puntata precedente) di prendersela con un avversario meno grosso di Report (o delle Iene, o del Corriere della Sera, o della Repubblica, o del Domani, per non parlare di tutti gli altri mezzi di informazione nazionale come il Tempo, la Verità e altri ancora) puntando a una vittoria che gli consentirebbe di dire alle iscritte e agli iscritti: sì, siamo stati sputtanati sulle reti Rai, sulle reti Mediaset, sulla 7, sulla Nove, sui principali quotidiani nazionali e a tutti i livelli ma … abbiamo fatto condannare uno di quelli del 9 marzo, quindi quel che hanno scritto e raccontato i media erano tutte balle! Iscritte ed iscritti, state sereni!
Per ottenere questo pseudo risultato, la troika deve però dimostrare al giudice il danno che sarebbe stato prodotto dal 9 marzo. E tutto quello che può scrivere l’avvocato della troika è che (forse) qualcuno potrebbe lasciare la Cisl perché il 9 marzo ha raccontato quel che hanno scritto e raccontato i mezzi nazionali di informazione.
Questa non è solo un’assurdità; questa è una palese bugia. Il 9 marzo non ha mai indotto nessuno a lasciare la Cisl. La nostra linea l’abbiamo chiarita già il 16 agosto 2015 in un post dal titolo La scelta sbagliata, in cui commentavamo la lettera pubblica con cui Gigi Manza, iscritto vicentino da mezzo secolo, annunciava la disdetta dell’adesione ad un’organizzazione dove “ti trovi di fronte a funzionari, non certo a militanti” e dove le notizie diffuse da Fausto Scandola sulle retribuzioni “riguardano i pesci grossi, ma ci sono privilegi anche per i pesci piccoli”.
Analisi che abbiamo condiviso, mentre non abbiamo condiviso la scelta dell’abbandono. E, qualche mese più tardi, abbiamo sottolineato questa posizione attraverso il video con le ultime parole di Fausto Scandola intervistato da Nadia Toffa: “è molto facile dare la disdetta, ma non serve a niente. Bisogna combattere, bisogna impegnarsi!”.
E allora, iscritte e iscritti alla Cisl, non state sereni. Restate nell’organizzazione, ma fatevi sentire!
Questa è la nostra posizione, e l’avvocato che racconta un’altra storia nell’atto di citazione contro il signor Giovanni Graziani la scrive nell’interesse di tre bugiardi, che stravolgono la realtà perché non hanno gli attributi per affrontare avversari pià grandi di noi.
Ma state sereni, che alla fine si vedrà di quanto ci hanno sottovalutato. Sia nel procedimento che nel tornare a fare quel che facciamo dal 2015, senza accettare intimidazioni trombonesche di chi vorrebbe impedirci di fare quel che facciamo da sei anni, cioè raccontare fatti ed esprimerci liberamente. Come la Costituzione ci garantisce di poter fare e come qualsiasi giudice non potrà che concludere fra due, tre o quattro anni, o quel che sarà.
Invece io credo che è arrivato il momento di restituire le tessere.
Il percorso intrapreso da questa CISL è irreversibile. Rimanere iscritti non si farebbe altro che prolungare un’inutile agonia.
La CISL non è una religione e a un sindacato si aderisce quando condividi le scelte e ti senti rappresentato, non è così né per l’una e ne per l’altra ipotesi.
Continuando a pagare l’adesione non si farebbe altro che legittimare chi ci rappresenta.
Il pensiero di Scandola presupponeva la possibilità del cambiamento dall’interno.
Sono trascorsi alcuni anni da quando lo disse e credo che nemmeno lui ci crederebbe più.
Stracciare la tessera e’ un errore perche’ il sindacato e’ dei lavoratori che vi aderiscono non di questi indegni rappresentanti. Suggerirei una petizione firmata in massa da inoltrare a dirigenza e mass media.
io distinguerei i lavoratori attivi dai pensionati che costituiscono la vera anomalia perche’ le adesione le fanno tramite i servizi hanno cancellato di fatto i congressi e sono il vero supporto antidemocratico al gruppo dirigente confederale quindi giusto promuovere la disdetta nei pensionati anche perche’ l’inps non ha mai fatto la verifica e si va avanti con il silenzio/assenso
” Ho tornarem a fer ” siempre !
https://www.cisl.it/notizie/attualita-3/societa-e-nata-plurale-una-nuova-rete-associativa-con-oltre-500-enti-del-terzo-settore-annamaria-furlan-sara-la-portavoce/
insomma dopo mesi han trovato un modo per continuare a pagarla con i soldi dei lavoratori e dei pensionati.
” ho tornerem a fer ” siempre per un libero sindacato , per una libera Cisl !
Quanto scrive questo post lo condivido totalmente e lo ripubblico su http://www.sindacalmente.org; è una puntuale replica alle false accuse contenute nella citazione della causa che i tre dirigenti della Cisl hanno avviato in Tribunale. E’ di utilità anche per il nostro dibattito dove, fin dai primi incontri, sono presenti valutazioni e idee diverse su come reagire all’involuzione della Cisl che, da tempo, ha tralasciato i valori e la prassi per costruire un sindacato nuovo, capace di continuo aggiornamento organizzativo partecipato per interpretare la realtà socio-economica e il lavoro che cambia. Restituire la tessera, agire perché altri lo facciano oppure continuare è ben presente nell’area di “sindacalisti con o senza più tessera” che anima il senso critico e il dissenso nei nostri blog.
Non è certo un caso se i due primi commenti lo testimoniano. Quando avevo vent’anni per me era insopportabile constatare che ai principi solennemente enunciati non seguissero i coerenti comportamenti. Più volte fui vicino allo “sbattere la porta” e andarmene da dove operavo. Allora, a Torino e nel mio paese nativo, il mio campo di militanza erano: un gruppo di giovani cattolici “Il Tamburino”, la sinistra democristiana di Carlo Donat Cattin e di Guido Bodrato, i metalmeccanici della Cisl Torinese alle prese con un complesso rinnovamento guidato da Alberto Tridente e molti altri. Desistii dal seguire quell’impulso, dopo aver ascoltato con amici, una memorabile predica di Don Primo Mazzolari, incisa su un 78 giri, sulla Chiesa e i suoi innumerevoli scandali e sul perché, nonostante questo, non l’abbandonava. Sto ricercando quel memorabile testo, che potrebbe anche essere “Nostro fratello Giuda”.
Ora, da poco oltre gli 80 anni e avendo smarrito la fede tanti anni fa, penso che per un sindacalista in pensione sia importante e utile quanto ha scritto Pierre Carniti nella sua lettera-testamento del settembre 2017, dove tra le tante cose ricorda ciò che è indispensabile se il sindacato vuole avere un futuro: “In molti paesi, tra cui il nostro, le adesioni sono in calo. Ma il declino non è ineluttabile, se si torna a riflettere sul perché si è ridotta la capacità di incidere. Bisogna anzitutto ritrovare un’identità: se ci si limita a quella rivendicativa ci si espone a una inevitabile frantumazione corporativa. Ma se invece si vuole contare nelle scelte politiche generali non si può prescindere da una forte ripresa del percorso unitario…”.
Per ritornare ai nostri blog e alla volontà di dare gambe alla nascente Associazione “Prendere parola” penso che dobbiamo saper ricostruire i fatti deprecabili, a volte scandali e porcherie, che vanno denunciati non solo come atti dovuti alla soggettività di questo o quel dirigente, ma collegandoli al lungo processo di trasformazione negativa della nostra organizzazione in ordine alla scelta dei gruppi dirigenti. Ad esempio, per tutti, è proprio il caso di Luigi Sbarra: dagli accordi tra gentlemen agreement di sostegno al sindacato quando i bilanci era ben diversi, passo dopo passo siamo pervenuti all’accordo sindacale Anas (e non è certo il solo!) che consente di scalare il sindacato confederale con le spalle assicurate da uno stipendio senza aver neppure espletato il periodo di prova in quella azienda. Luigi Sbarra non è certo il primo che sia entrato in Cisl “iscrivendosi a segretario generale” di questo o quel livello. E neppure al basso le cose sono sempre limpide come auspicabile: né per l’utilizzo della Cig, personale o di gruppo, né per distacchi sindacali retribuiti o meno. Se riusciremo a costruire questo ragionamento, che comporta anche una riflessione critica sulla nostra storia di sindacalisti, saremo più forti nelle nostre attuali battaglie.
Infine per quanto riguarda le denunce di fatti attinenti le persone il linguaggio, seppure aspro e/o pungente, per non essere considerato offensivo dell’onorabilità della persona contestata, deve sempre essere circoscritto e contestualizzato su fatti inerenti l’incarico espletato, come può essere una dichiarazione, una mediazione, un protocollo, un accordo, uno stipendio, un favoritismo oppure un atto repressivo o di allontanamento. Diversamente, come accade non di rado su questo sito, con i commenti anonimi, lanciare generici epiteti e apostrofare con un insulto generico porta in tutt’altra direzione. Certamente non quella da noi ricercata. Mi scuso per il lungo commento ma non sono riuscito a sintetizzare, temendo di non esprimere compiutamente il mio pensiero. Un caloroso saluto . Adriano Serafino
nonostante tutto resto iscritto alla Cisl , dobbiamo essere un pungolo interno .
Sono d’accordo. Rimanere dentro per essere di stimolo esercitando lo spirito critico in modo serio, sarebbe una cosa utile. D’altronde se uno che critica va via, fa contento l’attuale gruppo dirigente e perde ” il diritto” di criticare. Mi rendo conto che non e’ una cosa facile e non aiutano le dirigenze cooptate e i dirigenti – dipendenti. Ma almeno noi pensionati ( che non abbiamo niente da perdere o da chiedere) dobbiamo andare avanti finche’ e’ possibile. Gutta cavat lapidem.
Sbarra ha fatto una buona figura nell accordo con Draghi. La nonna era ormai detestata da tutti perché tutta la politica sa degli scandali interni alla Cisl. Certo, al netto delle vicende passate. Per questo la nonna ha insistito perché ereditasse anche i suoi nemici e il clima di caccia alle streghe da lei e la sua maga imposto perché mettesse in ginocchio la reputazione della Cisl. L’unico ancora alle puntateprecedenti e’ proprio Benaglia. Di cui se continua così si ricorderanno solo i licenziamenti.
Tutti sanno quanto rappresenti ora il Sindacato (poco) e Draghi ha fatto bene, nonostante questa consapevolezza, a dargli ruolo. Dandogli un po’ di cassa integrazione ma confermando quello che aveva già deciso.
“Bene” e “Sbarra” nella stessa frase suonano come una contraddizione in termini
Con Bonanni andavano forte i siciliani e gli edili, con la Furlan, liguri fai fistel e fisascat, con Sbarra i calabresi. Il candidato naturale indicato ancora da Pesenti è stato tolto dalla segreteria e a Turri è succeduto un calabrese quasi sessantenne. Nonostante qualche sgomitata ambiziosa nel centro nord nessuna donna in segreteria.
Calenda ha ingaggiato Bonanni per Azione ma chi lo consiglia? Forse spera in un appoggio del cantoniere
Calenda e Bonanni – C’è sempre in giro chi ne sa più di tutti. Ma con certi soldati non si vincono battaglie e tantomeno la guerra.
Se si dovessero considerare mortali i peccati di Bonanni, in tutta la Cisl dal 1950 ad oggi se ne salverebbero pochi. Oggi poi…
Ci dica l’anonimo delle ore 9.48 perchè Calenda sarebbe mal consigliato nel ricevere in Azione Raffaele Bonanni che non è stato il migliore da Pastore in poi, ma al confronto di Marini, Dantoni e la genovese, vi piaccia o no, su quelli come aquila vola.
Ha pagato per i suoi errori e dunque… parce sepulto. Di un madornale errore continua a scontare pena : quello di aver messo nelle mani dei saraceni la Cisl dopo aver creduto che Pezzotta fosse il male e non la terapia.
Bonanni sarà pure cento volte la postina ma è uscito dalla Cisl come un miserabile e non solo non ha mai chiesto scusa:
– l ha lasciata in mano ai suoi figliocci/e che l hanno depredata e distrutta
– non ha mai raccontato pubblicamente i meccanismi di gestione di soldi e potere tranne mezza telefonata esterta da report
– alla postina solo Gonde potrebbe offrire qualcosa ma come Bonanni fa solo perdere voti
Se Calenda ha voluto Bonanni sa certamente quello che vale e comunque ne sa molto di più dell’anonimo che sparla. Bonanni se n’è andato da sette anni ed è stato accolto in ogni ambiente come spesso non avviene con altri. La verità è che Bonanni non è stato mai tollerato dai perditempo perché non hanno mai amato la sua determinazione a fare forte la CISL, che come si sa richiede fatica, coraggio, coerenza politica.
A chi doveva chiedere scusa agli ipocriti? Lo ha fatto dimettendosi, atto che nessun altro ha fatto. Casomai lo facessero coloro che sanno chi ha debilitato l’organizzazione ricorrendo a mezzi mai utilizzati per farsi largo.
Non è che quello che hanno combinato e combinano tutt’ora assolve quello che ha fatto Bonanni…..
Figuriamoci, nessuno sa se la nonna percepisca ancora una integrazione alla pensione. Ma è Bonanni che ha lasciato queste persone alla guida della Cisl. Un’organizzazione che degli ex segr gen in vita riconosce solo D’Antoni fa capire quanto abbiano bisogno di riscrivere la storia.
Quando per esistere si parla (con invidia) male degli ex vuol dire che si ha poco da dire.
Guardate la Furlan, le han consigliato di scrivere un libro perché altrimenti nessuno si ricorderà di lei..
Parli di assoluzioni, quando sai perfettamente come vanno le cose nelle organizzazioni. Ma chissà perché non parli dei meriti che ognuno ha sul piano sindacale o dei demeriti. La verità è che non c’è più identità cislina e si descrivono le cose alla grillina. Tante chiacchiere e nessun fatto che riguardi il sindacato. E poi si finisca la farsa: chi non ha peccato scagli pietre.
Beh! Bisogna peró darsi dei confini e dei limiti.
Dobbiamo capire se, aldilá della bravura e/o appartenenza o meno a logiche “correntizie”, se una persona che si triplica lo stipendio al di fuori dei regolamenti votati dagli organismi democratici, debba avere spazio e considerazione (anche storica) nell’organizzazione.
Io penso esattamente di no, e non mi sento né giustizialista e nemmeno grillino, penso di essere semplicemente nel giusto.
Cosa ne penserebbe ad esempio la dottrina sociale della Chiesa di questi atteggiamenti incoerenti verso regole e rappresentati? Se poi i valori nella CISL sono optionals (parlo in particolare dei suoi gruppi dirigenti), allora ironicamente dico 10, 100 volte AVANTI COSI’!
Non dovrò certo fare l’avvocato di Bonanni, ma quello che è stato portato alla ribalta è stato esagerato nella descrizione di cifre, tempi e regolamentazioni da congiurati. Quanto alla dottrina sociale, direbbe che solo un cristiano ha il senso dei propri errori, e si è dimesso. Probabilmente tanti farisei che tu conosci ( e la tua veemenza mi fa sospettare che possa riguardarle) non le sentano, e così sono propensi al fariseismo di scaricare su altri le somme della storia e dei vari individui della dirigenza cislina.
Allora dicci quali sono le cifre, tempi e regolamentazioni corrette.
Se pretendere le cose giuste significa essere veementi, allora si, sono veemente!
L’ anonimo di ieri 7 luglio delle ore 22.08 certifica nella sua insonnia quanto in questo mondo ci sia più gente predisposta a eludere il tronco del proprio occhio ma solerte sempre a ingrandire la pagliuzza negli occhi altrui.
I Robespierre e i Saint Just sono come la gramigna…non li estirpi mai. Eppure si
sa come poi finirono.
Il problema di questa Cisl è che si trova governata da gente inetta, incapace, priva di scropoli e simbolo della mediocrità assoluta. Gli errori ci possono stare, come la momentanea furfanteria. Quello che non ci sta è aver messo questi omuncoli nei posti di comando e grazie a questi pagheremo danni salatissimi e con tanto di interessi. Anche perché l’incapace non è in grado di far cambiare rotta all’organizzazione, ma è solo in grado di dire sempre si, anche alle ingiustizie
Lo stipendio che si era fatto e la relativa pensione non ha giustificazioni. Come non le ha tutta la sua segreteria confederale di allora, la Fnp, il Caaf, l’Inas, etc.
Nel tempo della caduta di quella che veniva detta etica della responsabilità e dell’avvento degli “dei falsi e bugiardi” uno come Bonanni risulta comunque persona che ha pagato prezzi troppo pesanti. Altri prima di lui hanno fatto danni ben più gravi alla cisl ma oggi quelli che dal 1982 al 2006 assistettero e subirono quei danni o non sono più o troppo vecchi per poter testimoniare al processo della Storia. Chi si meraviglia che Dantoni sia l’unico che questa Dirigenza riconosce, fa capire che sa bene il perchè. Mi dica qualcuno uno solo dei meriti che il suddetto abbia avuto nei dieci anni del suo regno. È proprio vero: la storia la scrivono sempre i vincitori e i loro ascari perchè mancano quelli che con coraggio “svelino alle genti di che lacrime grondi e di che sangue.”
https://www.cisl.it/notizie/attualita-3/societa-e-nata-plurale-una-nuova-rete-associativa-con-oltre-500-enti-del-terzo-settore-annamaria-furlan-sara-la-portavoce/
sarebbe bello avere i nomi dei 500 enti del terzo settore.
ahahahahaha
D’Antoni non querelo’ mai lodigiani che fosse di aver pagato tangenti. Come oggi querelano per twitter e perdono ma non per i contenuti di report.
Negli ultimi 15 anni pur pochi ce ne sono stati di bravi sindacalisti che cercarono nuovi modelli organizzativi e contrattuali di fronte ai cambiamenti che stavano avvenendo in economia e negli assetti strategici delle aziende. Purtroppo sotto il pelo dell’acqua nuotavano caimani e coccodrilli. Ai lungimiranti li lasciavano parlare fintanto che non osassero guardare sotto nello stagno volutamente torbido.
Il glorioso Centro Studi di Firenze venne ridotto alla scuola rabbinica dei pulitori di vetri con piccoli scienziati della materia che si esibivano al plauso dei Satrapi in visita da Roma, chini sulla propria busta paga e sulle supposte “sudate carte” degli amanuensi.
Vinsero i coccodrilli i quali figliarono medici senza medicina, vigili urbani senza divisa, postini senza un campanello da suonare, addetti alla manutenzione di strade 30 km orari perchè dissestate e ogni sorta di nani e nane plaudenti…
Chi oserà mostrarsi tanto idiota nel meravigliarsi che il sindacato si stia prosciugando? Chi si dorrà della sfiducia tra i lavoratori dopo aver creato (DANTONI) quel mostro delle RSU ?
Ma si battono per andare in pensione presto e poi tornano a lavorare togliendo spazio ai giovani. E parlano di terzo settore?
Più gusto parlare di terzo tempo. Appena parlerà di lasciare spazi ai giovani, pernacchie ovunque