Completiamo la serie di interventi sull’operazione Aletheia, dopo quelli del 20 ottobre (I servizi, l’organizzazione e l’etica) e del 9 novembre (Troppe “verità” non fanno trasparenza). Naturalmente il dibattito resta aperto a tutti i contributi ed a tutte le posizioni.
Perché ci sono ancora molte cose che, ad occhio e croce, meritano di essere chiarite, discusse, approfondite.
www.il9marzo.it
L’oggetto sociale della società Aletheia Srl (capitale sociale € 700.000,00, i cui soci sono la holding Aletheia del gruppo First-Cisl e Pianeta Welfare del gruppo Favaretto) riporta in una nota che i “partner preferenziali” della società per i servizi erogati (e parliamo del business legato al welfare integrativo e aziendale) saranno “compagnie assicurative e società di servizi appartenenti al medesimo gruppo e/o aventi medesima catena di controllo del socio fondatore di minoranza”.
E siccome il “socio fondatore di minoranza” è, attraverso “Pianeta Welfare srl” il gruppo Favaretto al quale fanno capo parecchie società del settore, questo vuol dire, nell’ambito del discorso che stiamo facendo, che d’ora in poi varrà l’equazione “Cisl uguale gruppo Favaretto”. Al quale gruppo viene riservato anche “il diritto di prelazione e l’espressione di un parere consultivo su tutti i rami assicurativi e su tutti i servizi, presenti e futuri, con la garanzia della competitività dell’offerta anche avuto riguardo alla qualità delle coperture garantite all’assicurato e degli stessi servizi erogati”.
Certo, se vuoi agire in questo campo devi avere soci con esperienza del settore, e devi convincerli che le condizioni sono convenienti; ma la cosa può avere anche i suoi inconvenienti. Per esempio, nelle politiche contrattuali. Non è che ora i contratti si possono chiudere o meno se conviene al gruppo Favaretto. E non è che, per accontentare l’importante socio fondatore di minoranza, si dovranno per forza spostare risorse dalle retribuzioni, che non sono grasse, al welfare integrativo dove c’è chi ne trae profitto, lecitamente e nei propri legittimi interessi, .
Fantascienza? Forse sì. Ma teniamo presente che quando parliamo di fondi, di assistenza privato-collettiva, di integrazioni al welfare e quant’altro stiamo parlando di soldi che vanno da una parte o da un’altra. E parliamo di sindacalisti che ne diventano amministratori, entrano nei consigli di amministrazione dei fondi e delle altre istituzioni bilaterali creati dalla contrattazione, cioè dai sindacati stessi. Un problema che finora è stato affrontato, peraltro tardi e male, solo sotto il profilo del cumulo dei compensi, ma che ha anche un profilo che va al di là dell’etica individuale, e tocca la funzione di rappresentanza: quando questi sindacalisti-amministratori dovranno decidere su proposte riferibili a società del gruppo Aletheia/Favaretto, come si comporteranno?
Qui, detta chiaramente, si sono create le condizioni perché il rappresentante si trovi a dover rappresentare, di fatto, interessi diversi e potenzialmente in conflitto: quelli dei lavoratori e quelli della società e dei suoi soci. E il conflitto di interessi è veleno per la credibilità della rappresentanza sindacale.
E poi, siamo sicuri che anche sotto il profilo dell’etica individuale le cautele prese siano sufficienti?
Ad esempio, nella Cisl “è consentito cumulare un solo incarico oltre a quello di Segretario generale, aggiunto e componente di Segreteria di struttura orizzontale o categoriale”. Ma alcuni amministratori, presenti in più società, non sono anche componenti di segreteria? Non c’è anche un presidente dei sindaci, incarico non meno delicato sotto il profilo dell’etica di quello di segretario? E allora come la mettiamo?
E i dubbi non finiscono qui: avere per socio un grande gruppo assicurativo (che potrebbe essere quindi iscritto all’Ania, cioè ad una controparte contrattuale della First; e se non è iscritto potrebbe e dovrebbe essere controparte nella contrattazione aziendale) non è in contrasto col principio etico per cui queste attività vanno svolte evitando conflitti di interessi con la funzione sindacale? Anche il pur mediocre codice etico approvato dalla Cisl dice qualcosa di simile. Ma forse la cosa è considerata meno importante dell’uso improprio di un Telepass.
Viene poi il problema dei compensi. Che non è che è finito solo perché è morto Fausto Scandola e ora nessuno se la sente più di sollevare il problema.
Nel bilancio consuntivo 2014 della Società Aletheia srl ora Holding risulta una voce che parla di compensi amministratori Co.Co.Co pari a €77.622,00. Per il 2015 si parla di €70.039,00, oltre ad una voce relativa all’accantonamento Trattamento fine mandato per €21.000,00. Il codice etico della Cisl, approvato nel 2015, ha poi previsto che le cariche rivestite all’interno di enti, associazioni e società devono essere a titolo gratuito.
Quindi, salvo smentita della quale siamo pronti a prendere atto e a dare atto, se anche questi compensi fossero nel frattempo cessati resta il fatto che la loro previsione precedente non era conforme ai canoni adottati anche da un pur mediocre codice etico confederale. Cioè il problema etico c’era già all’origine.
Tutto ciò premesso, resta aperta la domanda delle domande: quando e da chi sono state deliberate queste decisioni?
Gli organismi della Cisl e della First hanno approvato tutti questi passaggi, ivi compresi particolari non secondari come le clausole di prelazione, di preferenza e quant’altro concesse al gruppo Favaretto?
Sono stati informati su tutti gli aspetti? Hanno valutato i possibili conflitti di interessi prima di decidere?
Sicuramente sarà andata così. Solo che c’è un precedente che ci preoccupa un po’: e cioè quello dei megastipendi di cui si parla nel dossier di Fausto Scandola.
Non va dimenticato, infatti, che dal 3 maggio 2006, quando Raffaele Bonanni annuncia alla sua segreteria “più soldi per tutti” (e non intendeva per i lavoratori e le lavoratrici, né per i pensionati e le pensionate, ma solo per i signori e la signora seduti e seduta attorno a quel tavolo) e dà il via all’escalation poi rivelata negli “Scandola papers”, gli aumenti successivi sono stati decisi a livello di segreteria, senza controlli negli organismi politici o di garanzia. Come si dice a Roma, se la sono cantata e se la sono suonata, con la signora Anna Maria a fare il coro .
E allora qualche dubbio ci viene: su queste cose, sulla costituzione di una holding con altre società controllate, sulla scelta del socio e sulle clausole a suo vantaggio, sulla scelta degli amministratori e sui loro eventuali compensi, chi ha deciso e quando?
Se il gruppo First-Cisl o qualcuno a Via Po 21 o chiunque altro ritiene di rispondere a queste domande, non è necessario che lo faccia scrivendoci, anche se offriamo a tutti lo spazio necessario. L’importante è che su queste cose ci siano meno dubbi possibile. E si metta fine alle incompatibilità che, se non si è in grado di smentirle, ci sono con lo statuto/regolamento e col codice etico della Cisl.
Su eventuali compensi non c’è spazio per alcun dubbio: basta aspettare che la First pubblichi i redditi dei suoi dirigenti, come stabilito per tutta la Cisl, e si vedrà chi ha incassato cosa.
Basta aspettare …
Perché, non procedere con una denuncia bis (di quella fatta da Fausto) alla Corte Europea lamentandone l’insabbiamento della precedente e chiedendo l’inibizione cautelare immediata di tutti i coinvolti dalla denuncia di Fausto, rendendoli incandidabili a qualunque carica sindacale fino alla conclusione del dell’iter delle denunce.
Il giustiziere
Mi sembra che alla fine chi ha le carte non abbia voglia di denunciare come invece fece coraggiosamente Fausto
largo ai coraggiosi
vi prego denunciate e fate girare nessuno ne sa niente e quando legge resta sconfortato.
divulgate e denunciate, fate leggere a tutti i vostri amici iscritti e dirigenti importanti in pensione.
Se avete conoscenti giornalisti mandate gli articoli, fateli pubblicare.
In ogni sede Cisl mettete una copia nelle cassette dei vari segretari o vostri amici conoscenti.
Che si apra il dibattito, poi ognuno ne risponderà anche del proprio silenzio dopo aver però saputo.
Coraggio ragazzi non aspettate sempre di avere qualcuno che agisce per voi.
Almeno voi che siete dentro, altri non possono più denunciare all’interno perchè hanno fatto la fine di Fausto e forse hanno già fatto altre segnalazioni in altri luoghi.
A ognuno il suo pezzo di coraggio.
viva la trasparenza e abbasso i conflitti di interesse che sono solo a danno dei lavoratori. o no?