Il trucco del fieno e dell’asino

Luigi Viggiano ci spiega perché, secondo lui, c’è poco da fidarsi degli annunci della dirigenza Cisl sui presunti successi ottenuti per lavoratori e pensionati nella trattativa col governo: perché da anni, in cambio di sacrifici subito, si ottengono promesse per il domani. Un domani che poi non arriva mai, un po’ come nel trucco di Totò: “Ieri ti ho detto ‘domani ti pago’, quindi ti pago domani”.

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Qualche giorno fa, nella sala di attesa del dottore di famiglia, ho visto una stampa che raffigurava un asino con una soma, al quale il contadino che lo guidava, aveva legato un bastone al collo con all’estremità sporgente oltre la testa legata un po’ di fieno. L’asino allungava il collo per mangiare senza mai riuscirci (considerato che spostandosi lui si spostava anche il fieno). La didascalia della stampa, ironicamente diceva IL MOTO PERPETUO E’ UNA REALTA’?

Ho cominciato con questo quadretto perché mi è ritornato alla mente questa mattina, nel leggere i titoli dei giornali di oggi; uno dei quali diceva “FURLAN: affrontiamo subito il taglio delle aliquote Irpef “OK l’intesa sulle pensioni, ora avanti su crescita e statali”. A me confesso questa tiritera di frasi fatte che elogiano, a prescindere dal merito, accordi che si esplicano sempre in due parti una fatta di sacrifici che entra in vigore subito e l’altra di promesse che si spostano sempre in avanti come appunto il boccone di fieno dell’asino, senza mai diventare realtà.

Ora che questo lo faccia il governo ed in particolare un personaggio come Renzi, a cui non affiderei neanche la presidenza di un circolo di banda bassotti, posso anche capirlo (dato il personaggio) ma che lo stesso faccia la segretaria della Cisl non lo capisco e non lo giustifico, per il semplice motivo che come dice il proverbio “errare é umano ma perseverare é diabolico” e nel nostro caso sono anni che alla Cisl, si persevera con questo modo di prendere in giro i lavoratori.

Qualcuno può negare che così si è assecondato la deindustrializzazione dell’Italia, la perdita di tanti diritti dei lavoratori, del valore dello stipendio (oggi è povero anche chi un lavoro ce l’ha), di stabilità del posto di lavoro? Non è forse vero che quel poco di industrie che ancora restano in Italia sono state svendute al resto del mondo? Dove sono i risultati che in ogni occasione passata e presente ci venivano preannunciati?

La realtà è quella che siamo diventati e viviamo non quella che ci continuano a voler far credere. Perchè dovremmo continuare a dargli credito se le promesse passate sono state tutte puntualmente disattese? Penso che sia giunto l’ora di smascherare e mandare a casa questi imbonitori da fiera prima che sia troppo tardi.

Luigi Viggiano – Savona, 21 ottobre 2016

 

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