Un nostro amico che ha visitato di recente il meeting di Rimini ci manda questa lettera
La mostra sui settant’anni della Repubblica mi ha fatto molto riflettere: perché ha introdotto il tema della necessaria continuità. Che vale per l’Italia e anche per la Fai.
La storia ufficiale, che viene raccontata della relazione al congresso dell’aprile scorso, parla di una nuova Fai che è stata costruita dal commissario sulla discontinuità con la vecchia, responsabile di un po’ di tutto e, come capita in questi casi, un po’ di niente.
E poi ci sono le storie e storielle ufficiose, che vengono fatte girare con il venticello della calunnia e delle allusioni non circostanziate, per gettare fango sui protagonisti del passato; ma non su tutti, più che altro quelli che non hanno baciato la mano al signorotto, che dà le patenti di onestà e disonestà a proprio insindacabile giudizio ma non risponde alle domande che lo riguardano sull’Anas e sulle retribuzioni nella segreteria confederale ai tempi di Bonanni.
Il risultato è quello che Gramsci aveva scritto, e che ho letto a Rimini: “nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente”. Perché un conto sono gli errori commessi, sia nella storia della Repubblica che nella storia della Fai, un conto è cercare di coprire il vuoto di oggi sparlando di chi ieri ha costruito la casa in cui abitiamo.
Un periodo storico può essere giudicato dal suo stesso modo di considerare il periodo da cui è stato preceduto. Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa… Nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente”
(Antonio Gramsci)
“nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente”.
Un periodo storico può essere giudicato dal suo stesso modo di considerare il periodo da cui è stato preceduto. Una generazione che deprime la generazione precedente, che non riesce a vederne le grandezze e il significato necessario, non può che essere meschina e senza fiducia in se stessa… Nella svalutazione del passato è implicita una giustificazione della nullità del presente”
(Antonio Gramsci)
HO SEMPRE AVUTO UNA PRECONCETTA ALLERGIA PER GRAMSCI MA QUESTE SUE PAROLE MI FANNO RICREDERE.
PERO’ MI CHIEDO PENSATE DAVVERO CHE LE ECCELSE MENTI DEI MASSIMI DIRIGENTI CISL POSSANO O SI SFORZINO DI CAPIRNE LA PORTATA? PER LORO GLI IDEALI SONO UN OPTIONAL PER IMBONIRE GLI INGENUI ED IDEALISTI COME NOI. IL LORO DIO E’ IL DENARO CHE DA IL POTERE CHE DA ALTRO DENARO E COSI VIA… E’ UN CIRCOLO VIZIOSO QUESTO CHE SOLO ALTE CARICHE ISTITUZIONALI POSSONO SPEZZARE. PERCIO’ MI ASSOCIO AL COMITATO PER LA LIBERAZIONE DELLA CISL.
Dicono che il segretario fp Faverin potrebbe mettersi in pista al congresso prossimo con una mozione alternativa alla Furlan…
Possibile? Io che l’ho frequentato negli organismi, e quindi lo conosco un po’, ammetto che potrebbe avere delle possibilità ma non mi pare abbia gli attributi per concorrere: in Cisl il ricambio da un po’ di tempo si programma con almeno 10 anni di anticipo.
Il motto è: predicare bene e razzolare male! Malissimo!
E intanto gli iscritti diminuiscono…
E lo scambio Faverin in segreteria confederale-Petriccioli alla Fp che fine ha fatto?
Da Furlan a Faverin sarebbe solo di male in peggio o al peggio non c’e’ mai fine. Sarebbe ora che come per la FAI venisse fuori il marcio creato con una dittatura nemmeno illuminata da Faverin alla FP asservendo la politica e trasformando la federazione in un regno circondato da stagiste, yesssssman e “impiegati” di scarso livello, scambiando l’attività sindacale con una tipografia
CONCORDO CON L’ULTIMO AMICO CHE A SCRITTO, FAVERIN SAREBBE UN RIMEDIO PEGGIORE DEL MALE ANZI HO PENSO CHE SIA IN GIOCO UNO SMARCAMENTO PREMEDITATO PER ARRIVARE A CAMBIAMENTI GATTOPARDESCHI CHE IN REALTA’ SOSTANZIALMENTE NON CAMBIANO NIENTE
VIVA IL COMITATO DI LIBERAZIONE DELLA CISL DA QUESTI FARABUTTI