Storti 1969

La Cisl-Probiviri ha scritto che la Fai è stata commissariata non per reazione al libero voto del suo congresso che ha respinto l’ipotesi di scioglimento, ma perché quel voto avrebbe determinato una situazione di divisione dell’organizzazione (e dove sarebbe questa gran differenza?).

Eppure, guardando all’anagrafe, alcuni di loro si dovrebbero ricordare del congresso della Cisl del 1969 (quello ”Potere contro potere” …), quando il segretario Storti fu sfidato da un fronte ampio imperniato sui metalmeccanici (a quei tempi andare contro il segretario generale non era ancora lesa maestà).

Il risultato fu una spaccatura quasi esatta a metà; con Storti vincitore al fotofinish. Con i criteri applicati dall’esecutivo della Cisl contro la Fai (e ratificati dalla Cisl-Probiviri), ci sarebbe stato da auto-commissariare la confederazione per ingovernabilità.

Invece Storti riuscì a governarla. Magari a costo di non essere troppo amato né da destra (dove lo si accusava di cedimenti a sinistra) né da sinistra (era comunque un po’ troppo democristiano per i tempi nuovi), ma governò la Cisl ancora a lungo, ed in passaggi ben più delicati di un qualche accorpamento “de Maria Cazzetta”.

Forse è il caso che gli attuali dirigenti della Cisl, invece di nominare (per lo più invano) Pastore e Romani a copertura di un presente non altrettanto glorioso, prendano più realisticamente in considerazione il modello Storti. Anche per capire che un’organizzazione complessa si può governare anche (e meglio) con le mediazioni o attraverso la dialettica aperta fra posizioni diverse e, perché no, fra maggioranza e minoranza, non solo con votazioni bulgare, con segretari generali che prendono come un’offesa personale se non ti sciogli (“è mai possibile …“), e con atti di forza che sono solo una dichiarazione di impotenza.

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