Dal sito www.vicenzapiu.com riprendiamo la lettera di Gigi Manza, per cinquant’anni iscritto alla Cisl e protagonista della vita sindacale di Vicenza, che annuncia le dimissioni dall’organizzazione.
Con tutto la comprensione, precisiamo che non siamo d’accordo con questa scelta.
Non è il momento di andarsene ma di restare e prendere la parola. Come sta facendo Fausto Scandola, che va anche in Tribunale perché vuole restare dentro alla Cisl. E non per partito preso o per ripicca, ma per cambiarla.
Questa ci semba la scelta giusta.
LA LETTERA DI GIGI MANZA
Le notizie di questi giorni sugli stipendi scandalosi dei dirigenti Cisl, moralmente mi costringono a disdire la mia iscrizione a questo Sindacato, dopo oltre 50 anni di militanza. Tra le motivazioni della mia disdetta prevale la dimensione personale del mio vissuto, che ben sintetizza le radici e la storia della Cisl, che ora non c’è più.
Fortunatamente, ho iniziato a lavorare a tempo indeterminato a 21 anni e immediatamente mi sono iscritto alla Cisl, sapendo di trovare, in questa Organizzazione, i valori nei quali credevo e che vedevo incarnati nei Dirigenti a tutti i livelli: la solidarietà, l’attenzione ai più deboli, il rifiuto di posizioni corporative, il rapporto tra tutte le categorie di lavoratori, la coerenza nello stile di vita degli Operatori e dei Dirigenti. Un Sindacato (nel mio caso, la Cisl-Scuola) che metteva al centro l’alunno e non l’insegnante. Un sindacato che aveva come riferimento fondamentale la scuola di Barbiana di d. Lorenzo Milani. Significativo, a questo proposito, lo slogan di un congresso provinciale, ” Prima di tutto i bambini”, ad indicare che la Cisl, allora egemone nella scuola vicentina, difendeva sì gli insegnanti, ma metteva al centro gli alunni. Sono diventato Segretario Provinciale del Sinascel (Cisl-Scuola) e assieme ai militanti abbiamo condotto la battaglia per l’inserimento degli handicappati (vincendola), “rimettendoci molte tessere” di insegnanti che non vedevano di buon occhio questa “rivoluzione”. Ma sulle tessere prevaleva il valore della scelta. Abbiamo speso le risorse dei lavoratori, non certo per noi stessi, ma per promuovere corsi di formazione, seminari, incontri con personalità del mondo accademico e politico.
Costante la collaborazione con l’on. Beniamino Brocca, Sottosegretario alla Pubblica Istruzione, anche attraverso assemblee sindacali, per arrivare all’approvazione della Riforma, poi cancellata dalla ministra Gelmini. Importante il progetto “Linus”, sull’organizzazione scolastica, a cui hanno lavorato centinaia d’insegnanti coordinati dal prof. Piero Romei (Università di Bologna) e dall’Ispettore Ministeriale Sergio Neri – ambedue scomparsi molto giovani- molto legati alla Cisl di Vicenza. Contemporaneamente, era molto attivo il gruppo “Educazione alla pace e allo sviluppo”. Complessivamente, lavoravano “volontariamente” centinaia d’insegnanti e di delegati sindacali. A metà degli anni 80 sono entrato – assieme a Guerrino Tagliaro e a Giorgio Magaraggia – nella Segreteria Confederale Provinciale, guidata da Bruno Oboe, dirigente intelligente, lungimirante, capace, coerente. Sono stato incaricato di seguire le Politiche Internazionali, i gruppi per la pace e per il Terzo Mondo, il mondo cattolico impegnato.
La Cisl a Vicenza era diventata un riferimento per tanti gruppi spontanei della provincia, insieme si organizzavano incontri, convegni, seminari, anche con personalità di fama mondiale. Al proposito, basti ricordare l’economista-antropologa franco-statunitense Susan George, che con la Cisl aveva un legame profondo, e Benny Nato, rappresentante in Italia dell’African National Congress, il partito di opposizione nel Sudafrica dell’apartheid. Straordinaria l’iniziativa dell’Iscos-Cisl Regionale, di cui ero Vicepresidente, che coinvolse 20 mila lavoratori del Veneto per finanziare un progetto di sviluppo in Mozambico, attraverso una ritenuta mensile nella busta paga da parte dell’azienda.
Il mio impegno mi ha permesso di conoscere Dirigenti Cisl di alto spessore umano e morale. Ricordo particolarmente Pierre Carniti, Franco Bentivogli, Pippo Morelli, Gigi Viviani, Alberto Tridente, Sandro Antoniazzi e, per noi vicentini, Bruno Oboe e Beppe Benetti, che non hanno fatto fortuna con i soldi dei lavoratori. Questi erano i Dirigenti della Cisl. Ce n’erano tanti e, certamente, ce ne sono ancora, ma tacciono di fronte a quanto succede! Quanto ho raccontato è parte della storia della Cisl che io ho vissuto, che mi ha coinvolto e appassionato.
Oggi non è più così. A leggere le dichiarazioni di questi giorni, ti trovi di fronte a “funzionari”, non certo a militanti. Purtroppo le notizie diffuse riguardano i “pesci grossi”, ma ci sono privilegi anche per i “pesci piccoli”. Dopo essere andato in pensione, sono rimasto iscritto alla Cisl, anche se spesso non ne ho condiviso la linea politica. Ma ci sono sempre rimasto perché la Cisl mi ha dato tanto. E’ stata parte fondamentale della mia vita. Non ho condiviso, a suo tempo, le scelte fatte dalla Cisl di Savino Pezzotta (Patto per l’Italia) e me ne sono dissociato assieme ad altri amici della Cisl. Ma non ho mai messo in discussione l’integrità, la coerenza, la sobrietà della persona e del sindacalista, che spesso sfiorava l’integralismo. Che dire, invece, dell’affare Bonanni, messo presto a tacere dal silenzio di molti Dirigenti? Ci si scandalizza, invece, e si procede all’espulsione del militante e dirigente Cisl Scandola, quando denuncia certe situazioni. Assurda la posizione della Segretaria Furlan, che scarica sui Probiviri la responsabilità dell’espulsione, mentre imputa ad un Dirigente onesto la responsabilità di aver creato uno scandalo denunciando pubblicamente quanto sta accadendo nella sua Organizzazione. Ma dov’era la Furlan quando Bonanni ha danneggiato il suo Sindacato utilizzandolo a fini personali? Forse non sapeva? Il silenzio prevale sulla coscienza, pur di “salvare” l’Organizzazione! E che dire del Segretario Nazionale dei Pensionati Cisl Bonfanti, la categoria a cui ho appartenuto finora, che percepisce 225 mila euro annuali, mentre buona parte dei suoi iscritti notoriamente non arriva a 1.000 euro mensili? Come fa costui ad interpretare le esigenze di chi rappresenta, se viaggia ad altezze stratosferiche?
Per tutti questi motivi, compreso il silenzio complice di tanti Dirigenti, ho deciso con amarezza di ritirare la mia adesione alla Cisl, sperando di ritornarvi quando rinascerà il sindacato dei lavoratori che ho conosciuto, perché ce n’è bisogno. Senza un Sindacato credibile, come lo è stata la Cisl in cui ho militato, sono a rischio la democrazia ed il futuro del nostro Paese!
Gigi Manza
ex Segretario Provinciale Federscuola Cisl Vicenza
ex Componente della Segreteria Provinciale Confederale Cisl Vicenza