Il Tribunale di Roma non ha accolto il nostro reclamo, con cui chiedevamo di cancellare la decisione del giudice Cecilia Bernardo. Respinta anche la richiesta dell’avvocato della Cisl di condannarci per lite temeraria (richiesta, ci permettiamo di aggiungere, ridicola prima ancora che temeraria).
Neanche questa volta ci è stato dato torto nel merito; ma è stata confermata la scelta di ritenere che non fossimo legittimati ad usare lo strumento processuale del ricorso d’urgenza (articolo 700 codice di procedura civile).
Solo che stavolta, il Tribunale ha fatto di peggio: ci ha detto che comunque non eravamo legittimati neanche a ricorrere (come invece aveva detto il giudice Bernardo) con lo strumento processuale dell’articolo 23 del codice civile.
In pratica, il giudice dello stato ci ha detto che non ci sono strumenti per giudicare questo caso (in sede di provvedimento cautelare). Che la giustizia per noi è un palazzo senza porte di accesso.
Naturalmente non siamo contenti della decisione; ma ancor più siamo delusi dal livello della decisione. E comunque tiriamo dritto. Nelle prossime settimane decideremo come.
Intanto, il commissariamento della Fai può arrivare alla sua scadenza. E ci dovrà essere un congresso entro il 31 ottobre 2015 (solo in casi eccezionali lo statuto prevede una proroga di sei mesi; eppure il commissario parla di congresso a gennaio 2016; o si è sbagliato o per lui le regole non valgono…).